Enduro…

ENDURO – E’ da alcuni anni ormai che questa bella disciplina fa parlare di se, e purtroppo non sempre bene da chi non la conosce, o non vuole conoscerla, o magari anche per colpa di alcuni pseudo motociclisti, pochi a dire il vero, che non fanno nulla per non alimentare polemiche e malcontenti. Forse perchè questi non riescono ad entrare nella filosofia della disciplina e utilizzano la moto da fuoristrada, spesso la moto da cross sprovvista di targa e assicurazione, come se si trovassero a fare l’ultima del mondiale di motocross in barba ad ogni regola e rispetto per gli altri usufruitori del bosco. E’ vero, lo sappiamo, in ogni famiglia ci sono le pecore nere e facciamo un mea culpa cercando di prendere le distanze da questi individui. Il problema ora è un altro: Perchè nella stessa maniera in cui si punta il dito contro i banditi, l’opinione pubblica non fa propria l’idea che vi sono tanti appassionati che amano i boschi e la natura come la loro seconda casa e che spesso sono i primi ad organizzarsi per ripulire quello che lasciano i “civili” villeggianti domenicali dopo le loro gozzoviglie?
La Federazione Motociclistica Italiana, alcuni Comitati Regionali e alcuni Moto Club si impegnano per trovare un dialogo con le istituzioni (vedi accordo con Corpo Forestale dello Stato) e cercano di portare a far valere le proprie ragioni dimostrando che non siamo poi questi mostri inquinanti come spesso siamo dipinti nell’ immaginario collettivo dei politicamente corretti amanti della natura che magari poi a casa non sono in grado di fare neanche la differenziata dei rifiuti. Questo problema è riemerso prepotente proprio alcuni giorni fa dopo un servizio di Striscia la Notizia dove, facendo riferimento ad una legge della Regione Lombardia la quale vieta il transito delle moto in qualunque parte che non sia asfalto, quindi anche sui sentieri e mulattiere regolarmente tracciate e riconosciute sulle mappe ma non asfaltate, si è dipinto l’ endurista come una persona che non rispetta e si attiene alle regole pertanto, come ha consigliato qualcuno, bisognerebbe individuare delle aree dove “chiudere” i motociclisti affinchè possano dar sfogo alla loro passione… Cioè, una specie di pista di motocross in pratica! Ecco, questo dimostra come proprio non si è compreso cosa sia l’Enduro e il suo spirito! E non si parla di quello sportivo, delle gare insomma, ma della passione che muove dentro ogni appassionato e fa si che ogni domenica possa inforcare la propria moto e andare alla scoperta di nuovi anfratti mai prima esplorati, ruscelli impetuosi da attraversare, scenari mozzafiato da ammirare dal culmine della collina, fermarsi e sentire il suono della natura e ritrovare la pace dentro di sé, con lo stesso approccio di uno scalatore che si accinge a scalare la sua montagna: Col dovuto rispetto!
E’ vero, una moto fa rumore e produce gas di scarico, seppure in quantità modesta, ma, siamo così sicuri che un manipolo di motociclisti sia così deleterio verso l’ambiente se si tiene conto di quelle che sono le vere grandi cause dell’ inquinamento mondiale? Siamo così sicuri che i vantaggi che molti enduristi apportano all’ ambiente da loro tanto amato siano inferiori agli svantaggi? Siamo sicuri che si debba avere un atteggiamento così discriminante verso i fuoristradisti tanto da impedirgli di circolare liberamente come altri utenti dell’ ambiente? E infine siamo sicuri che questo atteggiamento non contribuisca a far nascere dei veri e propri attentati alla vita come quello che è capitato a tanti enduristi in varie parti d’Italia e purtroppo oggi anche in Basilicata? Ebbene sì, sembravamo essere immuni nella nostra regione da simili atti contro la vita dei motociclisti fino a quando ci è arrivata questa segnalazione di un endurista che ha chiesto di restare anonimo per ragioni di privacy ma che ha voluto che fosse lanciato un’ allarme di massima attenzione a quanti praticano questo sport. Il nostro malcapitato non si trovava in una zona protetta, in un parco o inibita alle moto, eppure a qualcuno quelle moto davano così fastidio da tendere una trappola mortale. Fortunatamente è andata bene perché il nostro amico se l’è cavata con qualche graffio e un casco rotto, ma… poteva andare molto peggio. Ora non vogliamo creare allarmismi, perché si tratta sempre di un caso isolato, almeno da quello che sappiamo, ma è comunque sempre opportuno stare sempre con gli occhi aperti e prestare la massima attenzione. Qui non è stata infranta alcuna regola se non quella del buon senso e della convivenza civile!

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